IL PAVIMENTO PELVICO FEMMINILE

Il pavimento pelvico costituisce il fondo della cavità addominopelvica, su cui grava il ruolo di supporto dei visceri, di erezione dei corpi cavernosi dei genitali e di controllo della continenza.

Pur essendo il più robusto nei confronti degli altri mammiferi, è maggiormente sottoposto alle sollecitazioni del peso dei visceri e alle variazioni della pressione endo-addominale.

Il pavimento pelvico ha forma di cupola rovesciata incompleta nella porzione mediana, delimita inferiormente la piccola pelvi; ha funzione di sostegno dell’uretra e dei visceri pelvici e,  contraendosi simultaneamente con i muscoli addominali e con il diaframma, contribuisce all’aumento della pressione intraddominale.

Il pavimento pelvico rappresenta il piano muscolare del PERINEO.

Il perineo e’ l’insieme delle parti molli che chiudono in basso la PELVI.

Il termine “pelvi” deriva dal greco e dal latino e significa coppa o piatto, al suo interno sono contenuti i visceri pelvici: la vescica, l’utero e il retto.

Per pavimento pelvico IPOTONICO si intende una diminuzione di tono, trofismo e forza dei muscoli del pavimento pelvico.

Modificazione dei parametri funzionali da ipotono:

riduzione di forza, tono, endurance, trofismo e consistenza.

Tono muscolare del pavimento pelvico

  • Normal Pelvic floor:  i muscoli si contraggono e si rilassano
  • Overactive pelvic floor: i muscoli non possono rilassarsi
  • Underactive: i muscoli non possono contrarsi quando necessario
  • Non functioning: nessuna azione muscolare

La dinamica degli organi pelvici e’ condizionata da due sistemi:

sistema di sostegno e sistema di sospensione.

Il pavimento pelvico e la fascia endopelvica hanno la funzione  di:

  • mantenere la statica pelvica
  • garantire continenza
  • controllare le forze espulsive
  • prevenire il prolasso
  • garantire continenza urinaria e fecale

Il muscolo elevatore dell’ano e la fascia endopelvica hanno un ruolo interattivo nel mantenimento della continenza e nel supporto pelvico.

Il deficit anatomico e/o funzionale porta a prolasso genitale e/o incontinenza urinaria.

DISFUNZIONI DA IPOTONO

  • Incontinenza urinaria
  • Incontinenza fecale e  ai gas
  • Difficoltà ad evacuare
  • Prolasso anteriore e posteriore
  • Pesantezza pelvica
  • Iposensibilita’ sessuale

FATTORI DI RISCHIO

  • Gravidanza e parto
  • Menopausa
  • Fattori iatrogeni
  • Costipazione
  • Fumo, obesità
  • Disfunzioni osteo-articolari
  • Sesso ed età
  • Razza
  • Attività sportiva
  • Radioterapia
Bum And Bust, studio di fisioterapia Cupelli Alessandra Fisioterapista a Viterbo

Ciclo del Boom and Bust, Pacing e dolore cronico

Cosa è il dolore cronico?
Il dolore cronico (o persistente) è definito come un dolore che dura per più di 12 settimane. A differenza del dolore acuto, sensazione che si presenta subito dopo un infortunio, il dolore cronico persiste spesso per mesi o anche di più. A volte puo’ insorgere dopo un infortunio iniziale, come uno stiramento o strappo o puo’ essere la conseguenza di una malattia. Spesso le cause non sono chiare. Altri problemi come fatica, disturbi del sonno, riduzione dell’appetito e cambiamenti dell’umore possono accompagnare questo dolore.

Il dolore cronico può limitare i movimenti e provocare una riduzione della forza e della flessibilità muscolare. Tutto ciò, con il passare del tempo, genera frustrazione e perdita dell’autonomia e confidenza nello svolgere le regolari attività e movimenti. Il dolore persistente si può presentare in varie parti del corpo, per varie ragioni e il livello di dolore è difficile da misurare con una scala, in quanto è molto soggettivo.

Il self management, cioè imparare a gestire questo tipo di sintomi è la base per poter vivere meglio e in autonomia. Per fare questo è necessario conoscere ed evitare degli errori molto comuni. Parlando di dolore cronico non si può non menzionare il cosiddetto ciclo del Boom and Bust: una condizione molto comune a individui che presentano sintomi che durano più di 12 settimane.

Spesso le persone che lamentano dolore cronico, nei giorni in cui si sentono meglio, pensano di dover essere in grado di praticare determinate attività, per compensare, magari, a ciò che non sono riusciti a fare prima a causa dei sintomi (esempio: pulire casa, fare del giardinaggio, semplici lavori di manutenzione o lavorare al computer). Praticare un’attività intensa, che non si è eseguita per molto tempo, può risvegliare i dolori e causare un aumento significativo dei comuni sintomi. L’individuo va  incontro a delle flare ups o ricadute e in questo modo è costretto a non poter svolgere più l’occupazione o addirittura a dover stare fermo e/o sdraiato nel letto per giorni o settimane. L’interruzione totale dell‘attività o lavoro può innescare meccanismi di frustrazione e riduzione della tolleranza all’attività stessa. Questo meccanismo è chiamato ciclo del Boom and bust  ed è riscontrato in gran parte della popolazione che presenta dolore cronico.

Pacing

Come tutti sappiamo, un’attività passiva, come lo stare seduti per tempi troppo lunghi può provocare un peggioramento dei dolori lombari e cervicali. Per evitare che questo avvenga (soprattutto per chi è davanti al PC), basterebbe alzarsi regolarmente, fare quattro passi o stare un po’ in piedi. Ciò migliorerebbe la tolleranza alla posizione seduta. Questo meccanismo è chiamato “Pacing”.

Se si utilizzasse un timer, una sveglia, per ricordarsi di alzarsi dalla sedia e interrompere per qualche minuto il proprio lavoro, prima che i dolori aumentino, i risultati salutari sarebbero di gran lunga migliori. Il “Pacing” è uno strumento molto importante per gestire i dolori persistenti o cronici.

Pacing significa frazionare l’attività in piccoli “pezzettini” e fare qualcosa di differente o riposare prima di ritornare ad essa. Ad esempio molti guidatori hanno trovato questo escamotage, fermarsi di tanto in tanto ad una piazzola di sosta ed effettuare stretching o fare una piccola passeggiata prima dell’insorgere dei  loro sintomi. Questa è la chiave principale, semplice ed efficace per proseguire tranquillamente la propria attività. Basta capire quand’è il momento giusto di fare una pausa e riprendere.

Il “Pacing” riguarda anche lavori come la pulizia della casa. Dedicarsi continuamente per ore ed ore a questa mansione non è una cosa consigliata, meglio fermarsi di tanto in tanto o addirittura svolgerla in un arco di più giorni. Un altro esempio potrebbe essere quello di non fare una grande spesa in un solo giorno ma suddividerla in più giorni, evitando di portare troppi pesi. Tutto questo è un altro esempio di “Pacing”.

Misurare l’intensità di un’attività, darsi degli obiettivi e dei limiti, rispettarli e incrementarli con il tempo e soprattutto avere costanza e un atteggiamento positivo, sono le basi per affrontare i dolori persistenti ed evitare di ricadere sempre negli stessi errori, uscendo da questo Boom and Bust cycle.

Dolore alla schiena, Photo Credit: Designed by Freepik

Mal di schiena “Lower back pain”

Il mal di schiena o lombalgia, è un sintomo molto comune e la maggior parte della popolazione ne ha sofferto almeno una volta nella vita . Il più delle volte, i sintomi non sono indicativi di una patologia seria e tendono a migliorare, anche se molto spesso possono ritornare dopo un lasso di tempo. Ma per sopportare meglio questi dolori, ci sono degli accorgimenti che si possono attuare.

Come gestire il mal di schiena

I consigli sottostanti possono aiutare a ridurre il dolore alla schiena e accelerare i tempi di recupero:

  • Stare attivi e continuare a svolgere le normali attività di vita quotidiana. Questo è uno dei più importanti consigli, in quanto riposare per lunghi periodi può provocare un aumento dei sintomi.
  • Praticare esercizi di stretching per la schiena, ma anche svolgere attività come camminare, pilates, yoga o nuotare, potrebbe tornare molto utile.
  • Assumere farmaci anti-dolorifici o/e anti-infiammatori . (Necessario sempre chiedere un consiglio ad un esperto prima di assumere farmaci).
  • Utilizzare impacchi di acqua calda e fredda per un sollievo di breve termine.

Un consiglio che mi sento di dare, è quello di avere un atteggiamento positivo ed ottimista e pensare che il dolore sparirà presto. E’ dimostrato che le persone positive, nonostante i sintomi, abbiano tempi di recupero migliori.

Chiedere aiuto e consigli

Il mal di schiena generalmente migliora da solo dopo qualche settimana o mese, non è necessario consultare obbligatoriamente un medico o un professionista sanitario.
Ma nonostante ciò, è buona idea chiedere aiuto se:

  • il dolore non inizia a migliorare dopo qualche settimana;
  • il dolore ti impedisce di praticare qualsiasi attività di vita quotidiana;
  • il dolore è molto forte e peggiora con il tempo;
  • sei molto preoccupato e fai difficoltà a gestire i sintomi.

In questo caso, puoi consultare il tuo medico di base che, dopo un accurato esame, sarà in grado di decidere se mandarti da un medico specialista o da un fisioterapista.
Altrimenti puoi consultare direttamente un fisioterapista.

Causa del mal di schiena

Molto spesso non è possibile identificare le cause del mal di schiena anche detto “mal di schiena non specifico”. A volte, può essere la conseguenza di uno stiramento o strappo muscolare, spesso si presenta senza una vera ragione, raramente è causato da una patologia molto seria.

Occasionalmente può essere dovuto a condizioni mediche come:

  • Ernia del disco: danno del disco intervertebrale che va incontro ad uno spostamento e compressione dei nervi vicini;
  • sciatica: irritazione del nervo che decorre posteriormente dal bacino fino ai piedi.

Queste condizioni provocano sintomi ulteriori, come formicolio, debolezza e addormentamento dell’arto inferiore e sono trattate diversamente rispetto al mal di schiena non specifico.

Prevenire il Mal di Schiena

Prevenirlo non è una cosa semplice, ma i seguenti consigli aiutano a ridurre il rischio di recidive.

  1. Fare regolarmente esercizi di stretching, il fisioterapista può aiutarti a individuare i giusti esercizi da eseguire.
  2. Stare attivi e fare esercizi aiuta a mantenere la muscolatura della schiena forte, è consigliabile per un adulto fare 150 minuti di esercizi a settimana.
  3. Evitare di stare seduti per lunghi periodi.
  4. Controllare e correggere la postura in posizione seduta, soprattutto quando si è davanti al computer, si guida e si vede la TV
  5. Perdere peso attraverso una combinazione di dieta equilibrata ed esercizi, le persone sovrappeso ed obese hanno un rischio maggiore di sviluppare mal di schiena.

Quando chiedere immediatamente aiuto medico:

  • In caso di formicolio e addormentamento dell’area genitale e natiche
  • Difficoltà ad urinare
  • Perdita di controllo della vescica o dell’intestino
  • Dolore al torace
  • Febbre alta, da 38 gradi in poi.
  • Perdita di peso non spiegabile
  • Gonfiore o deformità della schiena
  • Dolore iniziato dopo un incidente serio (es: Incidente stradale)
  • Dolore che peggiora durante la notte e non migliora con il riposo.

Questi sintomi possono essere segno di qualche cosa di più serio, quindi è consigliabile consultare urgentemente un medico.